Daje all’Antifascista

Le parole plasmano e formano il mondo intorno a noi. Le parole cambiano di senso, si deteriorano e alcune scompaiono. Nell’Italia del Governo giallo-verde essere antifascista è un insulto.

A Trastevere quattro ventenni sono stati aggrediti al grido di antifascisti . Ventenni sono, probabilmente, anche i loro aggressori che a colpi di bottiglie di vetro hanno aggredito dei loro coetanei solo perché indossavano magliette di Cinema America, uno spazio libero, operoso, vitale e soprattutto legale. Dimmi come parli e ti dirò chi sei diceva un vecchio detto popolare. ” Noi combattiamo contro ogni genere di violenza, che siano comunisti, fascisti allo stadio…” ha commentato il Ministro dell’Interno. “E’ squadrismo” è il commento di tutti. Ridurre l’episodio ad un gesto isolato, di pochi giovani, magari perché no, dei poveracci e disadattati , è troppo comodo. Oggetto del pestaggio non sono stati solo i quattro ragazzi che, loro si poveracci, ma quello che rappresentavano. Il bersaglio è il Cinema America. Il bersaglio sono quelle persone che animano il Cinema America, che hanno reso possibile l’impossibile. Il bersaglio sono quei luoghi come Cinema America dove il Noi prende il posto dell’Io, dove la tolleranza è un valore e l’intolleranza un problema, dove le persone sono considerate solo per quello che sono esseri umani e non immigrati, rom, omosessuali. Luoghi come il Cinema America sono le navi che nel Mediterraneo strappano alla morte esseri umani. Sono i mediatori culturali che lavorano per integrare esseri umani con altri essere umani. Sono tutti coloro che sono esseri umani e vogliono restare umani. Antifascista non è un insulto e anche i ragazzi con le bottiglie di vetro lo sanno perfettamente. Antifascismo è libertà. La libertà per alcuni è un insulto.