Correttezza politica, Cristoforo Colombo e la falsa coscienza

Columbus Day è una invenzione recente, anni 20 e 30, per ricucire rapporti con le comunità italo-americane.

E’ sicuro che molte parole, un tempo di uso comune, nascondevano ulteriori significati, spesso negativi, discriminatori e offensivi. Altrettanto sicuro è che molto spesso i significati negativi erano tutti nella testa di chi ad un certo punto ha deciso che bisognava cancellarli dall’uso.

A tutti noi appare chiaro che termini che dileggiano condizioni fisiche o psichiche siano inaccettabili, che il sessismo sia riprovevole, che parole come “negro” abbiano avuto (in inglese molto prima che in italiano) un significato che fa orrore.

Molto meno chiari sono i motivi della condanna di molte altre parole ma non è di questo che si vuole ragionare. Il tema è se la storia, la letteratura, l’arte possano o addirittura debbano essere riscritte alla luce di “principi” e “valori” di oggi. Metto le virgolette perché principi e valori sono storici e non fissi e soprattutto perché sono oggetto di discussione e non di condivisione forzata.

Da qualche tempo nel mirino della buona coscienza negli Stati Uniti è stato messo Cristoforo Colombo: primo sterminatore di indios, imperialista, simbolo di dominazione. E poi, diciamola tutta, non ha scoperto l’America anche perché era ben abitata e non c’era nulla da scoprire.

Bene. Possiamo essere d’accordo sul fatto che la scoperta fu in realtà la appropriazione da parte dei colonialisti dell’epoca e che la colonizzazione dell’America determinò massacri di massa e spoliazione di intere aree.

Tuttavia: di quale America si sta parlando? Del Centro, quella caraibica, del Sud, dove si stabilirono i grandi imperi di Spagna e Portogallo. Nell’America del Nord, se non ricordo male, vennero massacrati gli indiani (a proposito: troviamo un altro nome, perché l’India come noto non c’entra. Nativi sembra meglio ma a loro volta erano “nati” in Asia e alla lunga, molto alla lunga, in Africa) a opera…degli stessi che oggi accusano Colombo! E, dato che sembrano essere in prima fila nelle contestazioni gruppi ispirati al Black Power e al nativismo portoricano, non ci sembrano più fondate e sensate le obiezioni di afro-americani, per i quali varrebbero le stesse accuse di estraneità, o di discendenti creoli di cultura ispano-americana (dice nulla il massacro di Inca e Aztechi? Olmechi e Toltechi? per venire più vicini nel tempo, Seminole e Apaches).

Si scopre che le feste tipo Columbus Day sono una invenzione recente, anni 20 e 30, per ricucire rapporti con le comunità italo-americane: ragionevole abbiamo scelto Colombo, non potendo scegliere Lucky Luciano o Albert Anastasia. Io avrei preferito Sacco e Vanzetti ma in quegli anni preferirono loro, i timorati wasp di New York, ucciderli dopo un processo finto, oppure Fiorello La Guardia (perfino Marchionne andrebbe meglio, ma ahimè è canadese).

Insomma, la “correttezza politica” è un vero disastro. Riscrive la storia alla luce di oggi e così tutto diventa contemporaneo; produce conformismo e terrorismo psicologico nelle Università, dove si vogliono riscrivere romanzi e opere perché “scorrette”; inserisce nella dimensione politica (di oggi, insisto) ciò che appartiene a campi del tutto diversi (estetica, morale, filosofia, arte, ecc.). Se scrivo un libro su Picasso pittore dirò cose diverse da quelle che scriverei in un libro su Picasso marito: non distinguere le due dimensioni non rende giustizia né alla sua straordinaria genialità ma nemmeno – se proprio si sente il bisogno – critica efficacemente la sua piccolezza nel rapporto con le donne (o almeno alcune di esse). Assurdo cambiare il finale della Tosca perché alluderebbe all’assassinio delle donne, assurdo eliminare Shylock dalla tragedia di Shakespeare (e Rebecca da Ivanhoe! E come non vedere che Walter Scott dipinge i sassoni come dei fessi e i francesi come delle canaglie? Se si accorge Macron…).

Non servono gli appelli allo studio della storia se essa poi, tutti i giorni viene violentata da queste piccole e grandi ferite. La storia siamo noi, con tutto il bagaglio di cose belle e di orrori: va conosciuta e riconosciuta tutta. Se così non è, rimane solo una gigantesca ipocrisia, che prepara la strada a operazioni ben più dense come quella del recente documento del Parlamento Europeo sulle “cause” della Seconda guerra mondiale.

2 thoughts on “Correttezza politica, Cristoforo Colombo e la falsa coscienza

  1. Ciao Sandro,
    come darti torto? E paradossalmente, ma nemmeno tanto, nell’era dell’interconnessione perpetua è ancora più facile manipolare la storia e farsi manipolare, frastornati come siamo da mille notizie, mille immagini che ci passano davanti, mille autorevoli personaggi da quattro soldi, influencer, blogger, mille veloci distrazioni. Come siamo lontani dai “contadini che sapevano Dante a memoria” come recita una vecchia canzone di Guccini. Amen

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