Confusione tanta, idee poche

Riflessioni sull’articolo di Repubblica Milano del 31/10

La confusione:
– mettere insieme tanti pezzetti non costituisce un insieme credibile e nemmeno consistente;
– la politica non è un gioco di sottrazioni e addizioni (ma è un processo di maturazione, condivisione e coerenza);
– la Lega non ha interpretato, nella sua storia, un federalismo possibile e invece ha dato forma e rappresentanza a velleità di separazione e contrapposizione, psicologiche e materiali;
– i partiti “pigliatutto” riescono a “pigliare” ceto politico ma meno sicuramente voti;
– se Maroni non condivide la linea di Salvini, perché tanti mesi di silenzio e di assenza di atti e fatti concreti?

Gori è con pieno merito sindaco di Bergamo ma quando esce dalla sua città il suo effetto è – diciamo così – molto più tenue.
Sembra proprio che tutte queste cose non fanno una politica. Abbiamo detto confusione ma certo dietro ciascuna di queste voci ci sono idee, talmente deboli e subalterne che sarebbe bene farne a meno. Come dice un personaggio di Altan, mi vengono molte idee che non condivido: il guaio è che invece sono condivise!
Ma cerchiamo di dare un contributo positivo e quindi ecco alcune idee, speriamo per nulla confuse.

  • Alla politica italiana e alla chiarezza in generale farebbe bene una lotta politica nella Lega, se ci sono forze o personalità che non condividono la linea rappresentata da Salvini. Coraggio, signori, dite quel che pensate, se lo pensate, battete un colpo.
  • Se Maroni ha un seguito nella Lega – tra gli iscritti e presso gli elettori – lo usi nella Lega e nelle aree in cui la Lega prende tanti voti. Non lo ha? Allora faccia l’avvocato, il musicista, il privato cittadino.
  • Il centro pigliatutto è una delle idee – sia come “centro” che come “pigliatutto” – che ancora resistono di quel mazzetto originario che, come dice il poeta, “infiniti lutti addusse agli Achei”: nel mazzetto c’erano il bipolarismo, il superamento delle ideologie, la terza (quarta, quinta, ecc.) via, la vocazione maggioritaria, “la sera della domenica sapere chi governa”, la elezione diretta (dal sindaco al centralinista), il segretario-premier, il premier invece del presidente del consiglio, il governatore invece del presidente della giunta. Mi sfugge certo qualcosa: ah già, le primarie e i sistemi elettorali che il mondo avrebbe dovuto copiare. Dato che erano idee – sbagliate e molti lo dissero, poco fondate e venne denunciato, non originali e venne rilevato – vanno criticate sul serio e nel merito, facendo un bilancio onesto di come sono andate le cose, non basta l’invettiva. Se si vuole, a puntate perché gli argomenti sono tanti, Contropiede è disponibile ad ospitare la discussione e anche ad organizzare una o più occasioni pubbliche di confronto.
  • Fatta piazza pulita di quanto sopra, questione per questione vanno riformulate una strategia e le proposte coerenti: magari ai primi colpi non si vincono elezioni ma almeno si mettono basi solide: tanto, le elezioni si perdono duramente lo stesso.

Primo post scriptum: le elezioni si continua a perderle e per coerenza, suppongo, si continua a non discuterne le ragioni!

Secondo post scriptum : Anni fa, la Juventus ingaggiò un certo numero di giocatori dell’Avellino. E’ vero che – a differenza del vecchio detto popolare – spesso l’abito fa il monaco ma alla fine, cambiata la maglia, la squadra era pur sempre per metà…Avellino! E allora, mettere in lista Casini a Bologna e magari domani Maroni in Lombardia … ideona.