Odio dunque Sono

Odio è la parola che meglio definisce il nostro presente. Odio in amore. Odio sul lavoro . Odio in politica. Odio dunque sono.

I messaggi d’odio diventano propaganda politica attraverso i social network. L’odio è il più grande pericolo per le democrazie occidentali.

Questi messaggi diffondono falsità e fanno emergere pregiudizi che la Storia e la Ragione pensavano di aver sepolto per sempre. Americani e britannici ne sanno qualcosa, ma anche noi italiani. La Commissione Europea intende far fronte al problema e sta lavorando alla stesura di norme da imporre alle Big Tech.

Mark Zuckerberg non ha potuto che balbettare in risposta alle domande del Congresso degli Stati Uniti su privacy e pubblicità elettorale. Non basta. Il caso di Liliana Segre lo dimostra . La Senatrice è bersaglio di insulti e minacce tali da renderle necessaria la scorta. La sua colpa? Essere la testimonianza vivente dell’Odio.

Raccontare con tono sereno e pacato gli orrori, l’abbandono da parte di figure da cui si aspettava protezione, l’INDIFFERENZA di molti , è qualcosa che spaventa. L’odio raccontato con pacatezza è come un eco che continua a risuonare dentro di noi per rimanervi per sempre.

Una voce pacifica quando tutti gridano riesce a farsi ascoltare ed è l’unica a prevalere. E’ necessario ricostruire spazi dove la discussione politica torni ad essere “Alta”. Spazi fisici dove le persone possano guardarsi negli occhi e ascoltarsi. Si alla Commissione contro l’Odio.