PIANGE IL CITOFONO… Come Salvini ha perso in Emilia-Romagna

Una volta esisteva la campagna politica “porta a porta”. I candidati o i loro sostenitori giravano casa per casa, condominio per condominio, carichi di volantini e brochures elettorali, pronti a rispondere ad ogni domanda, chiarire ogni dubbio e a volte a prendersi un po’ di insulti. Salvini, l’uomo che ha liberato La Bestia, ha inventato un nuovo modo di fare il “porta a porta”: adesso è il politico che insulta i cittadini al citofono.

Quella “citofonata” non è solamente il momento più basso della propaganda leghista in Emilia-Romagna ma è l’immagine che meglio simboleggia ciò che la Lega è : una forza populista che è disposta a travolgere ogni regola di comune convivenza, di civiltà di coesione sociale, di buon senso , di rispetto con il solo fine di alzare il livello dello scontro politico per ottenere voti.

Citofonando a quella famiglia, Salvini non ha acceso un dibattito sulle periferie, sullo spaccio , sulla sicurezza, sull’integrazione ma ha cercato di creare consenso spaccando l’opinione pubblica e, quindi, l’elettorato. Ha creato tifoserie pro o contro il singolo episodio.

I cittadini dell’Emilia -Romagna lo hanno capito. Si sono accorti che la Lega cerca sempre di far leva sui problemi del Paese e non sulle soluzioni. Parlare dei problemi porta voti, sbatterli in faccia ancora di più. Lì non ha funzionato perchè lì molte cose funzionano.

La gente ha avuto paura. Non dello spacciatore, non dello straniero ma di chi avrebbe potuto governare la loro Regione, smontandone pezzo per pezzo tutto ciò che funziona . I cittadini hanno capito che vivono in una delle Regioni meglio amministrate d’Italia. Ci sono, anche qui molti problemi da risolvere e questioni da gestire, ma vogliono che chi li governa lo faccia veramente. Non vogliono che i problemi diventino oggetto di una campagna elettorale permanente. Non vogliono provvedimenti amministrativi ad uso della stampa che apparentemente sembrano voler risolvere i problemi ma in realtà li aggravano, andando magari, anche a erodere le risorse delle prossime generazioni.

Sono ancora molti gli appuntamenti elettorali nel 2020. Non ci resta che aspettare le prossime “citofonate.