Questa “crisi” di governo non è una cosa seria

Le convulsioni quotidiane governative mi ricordano una vecchia canzone degli anni trenta, “Ma cos’è questa crisi”, di Rodolfo De Angelis, ripresa negli anni successivi dal quartetto Cetra, da Gigi Proietti e anche da Elio. La storia politica di questo paese è fatta di governi, talvolta di “governicchi”, in cui il tasso di litigiosità fra i vari partner è sempre molto alto, troppo alto.

Negli anni novanta, nella cosiddetta Seconda Repubblica, si sosteneva che la colpa fosse del sistema elettorale proporzionale e che, con l’avvento del maggioritario, questi problemi sarebbero stati risolti. La storia recente ci ha dimostrato che così non è, le risse fra i partiti che compongono le coalizioni governative sono continuate imperterrite a dispetto di qualunque sistema elettorale. Talvolta queste hanno portato anche a crisi di governo, è accaduto al primo governo Berlusconi, ma anche a quello Prodi.

In estrema sintesi, queste possono essere spiegate con la necessità di ciascuna forza politica di ottenere la massima visibilità all’interno della compagine governativa, intestandosi alcuni simbolici provvedimenti legislativi, sperando di trarne un successivo beneficio elettorale. La caratteristica di fondo rimane sempre la famosa ricerca del “particulare”, di guicciardiniana memoria, sull’interesse generale. E anche la ricerca di consenso nel brevissimo periodo.

Ciò che sta succedendo in questi giorni mi sembra calzi a pennello con quest’analisi. Un partito, Italia Viva, peraltro anche i Cinque Stelle non sono da meno, sta cavalcando un provvedimento simbolicamente rilevante, la prescrizione dei processi penali, per ottenere il massimo di visibilità politica. Penso che, nel merito, alcune questioni poste dai renziani non siano totalmente fuori luogo, il punto importante, tuttavia, è il senso della misura. Possibile che non ci si renda conto che con queste azioni di guerriglia quotidiana il governo sia costantemente sotto scacco e la cosa ancora più grave è che questo avvenga non da parte delle forze di opposizione, come sarebbe logico attendersi, ma dai cosiddetti alleati? In questo modo l’attività di governo ne risente enormemente, perché importanti energie vengono sottratte dai temi più rilevanti per il paese e per i cittadini. Per quanto importante possa essere il tema della prescrizione, possibile che non ci si renda conto che questo interessa davvero poco o nulla i cittadini, possibile che non ci si renda conto che il paese sta scivolando in una nuova recessione, per non parlare degli effetti del coronavirus, e la cronaca politica di questi giorni è totalmente concentrata su questo psicodramma? Il mio modesto suggerimento a Conte e al PD è quello di andare avanti, cercando di comunicare meglio l’azione di governo, fra cui, ad esempio, l’ottimo Piano per il Sud appena licenziato dal Consiglio dei Ministri, lasciando ai facinorosi tutta la responsabilità delle proprie scelte. Vediamo se avranno il coraggio di portare il paese a nuove elezioni che vedrebbero un probabile successo della destra.