A che serve il Bonus Biciclette?

Contributo a Contropiede di Augusto Castagna.
A Milano si può ipotizzare che ci siano nelle cantine 500 mila biciclette, non sono loro che mancano, quello che manca al loro utilizzo sono gli spazi sui quali muoversi in sicurezza.

Sono un ciclista urbano di vecchia data. Da sempre considero la ciclabilità come la pedonalità componenti essenziali della mobilità sostenibile. Ancora oggi mi appare molto inadeguato l’impegno dedicato ad esse.

Nei Paesi del Nord Europa e non solo, già negli anni ’70 hanno dedicato attenzione culturale e politica e soprattutto risorse finanziarie per realizzare infrastrutture a favore di una mobilità silenziosa e rispettosa dell’aria e dell’ambiente. Investimenti iniziali notevoli, via via cresciuti riscontrando i benefici ambientali ed economici e riscontrando anche che le infrastrutture, capaci di mettere in sicurezza gli spostamenti in bici e a piedi, venivano premiati dai cittadini. Alcuni dati relativi alle quote di spostamenti con la bici: Olanda 36%, Danimarca 23%, Svezia 17%, Finlandia 14%, Germania 12%. Noi, con il nostro clima e con molte centri urbani in pianura ci attestiamo al 5%.

Quale è la causa di questo ritardo rispetto alla realtà diffusa in Europa? Come sempre possono essere molteplici ma quella che a me balza agli occhi è la forte carenza culturale della politica, dei legislatori, degli amministratori, dei tecnici e degli stessi “esperti” della mobilità sostenibile. Questo mi viene confermato oggi dalla proposta contenuta nel decreto “rilancio” dell’incentivo per l’acquisto di bici con l’obbiettivo di decongestionare il traffico. Non conosco l’ammontare dell’investimento ma sono certo che anche una quota piccola, come suppongo sia, sarebbe più efficace destinandola alla realizzazione di una infrastruttura ciclabile. A Milano si può ipotizzare che ci siano nelle cantine 500 mila biciclette, non sono loro che mancano, quello che manca al loro utilizzo sono gli spazi sui quali muoversi in sicurezza. Questa è una ovvietà e davvero mi rimane difficile capire come non possa essere presa in considerazione. Perché tanta ottusità? Della mobilità sostenibile se ne parla da decenni, i risultati sono sotto gli occhi di tutti ed è evidente che non è sufficiente il lodevole sforzo per incrementare il trasporto pubblico locale.

É necessaria una rete di piste ciclabili, urbana e interurbana, sicura, per l’ambiente, per migliorare la mobilità, per aiutare l’industria del settore e la commercializzazione delle bici stesse. I palliativi, i bonus, il fumo negli occhi non servono e i soldi utilizzati così sono sprecati. Mi domando cosa occorre ancora perché cresca questa consapevolezza, forse il superamento della sordità e una nuova capacità di ascolto, oppure, più semplicemente, copiare da altri Paesi a noi vicini e spesso visitati dai nostri Ministri, Parlamentari, Sindaci e via dicendo. 

1 thought on “A che serve il Bonus Biciclette?

  1. Non sono contrario all’incentivo all’acquisto delle biciclette, che può servire anche per svecchiare il parco aumentando ad esempio la diffusione di quelle con pedalata assistita. Però è vero, come scrive Castagna, che il fattore decisivo per ottenere un forte aumento degli spostamenti in bicicletta sarebbe dato dal rendere sicuro l’utilizzo della bicicletta. Oggi usare la bicicletta (come faccio io tutto l’anno da decenni) è un atto di coraggio, forse di incoscienza. Moltissime strade di Milano – anche se si parla sempre solo di Roma – sono gravemente dissestate, in particolare quelle lastricate in pavé (che deve essere tassativamente tolto, lasciandolo solo nelle aree pedonali), le rotaie dei tram sono trappole mortali, molti automobilisti aprono le portiere a tradimento senza la minima attenzione, per parcheggiare la bici bisogna litigarsi i pochi pali e usare costosi antifurto, altrimenti sparisce subito. Occorrerebbero percorsi sicuri e ben tenuti, e presenza costante della polizia urbana (che probabilmente a Milano fa smart working da casa da almeno 15 anni perché nelle strade non si vede).

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