L’ inverno del nostro tormento, una sconfitta dei partiti che porta il nome di Mario Draghi.

E così la politica in piena pandemia si è infilata in una nuova crisi istituzionale che forse non avremmo immaginato dopo l’esperienza del governo Monti di soli pochi anni fa. In questi giorni i partiti vivono una nuova sconfitta con l’arrivo di Mario Draghi, che tutti acclamano, chiamato in extremis dal Presidente Mattarella a gestire una nuova fase complicata della vita pubblica italiana.

Il riscatto dell’America, il ricatto dell’Italia

Crisi di governo: mentre il centrosinistra inneggia alla vittoria dei Democrats di Biden, che dopo 4 anni di duro populismo trumpiano ha riportato al voto il più grande numero di elettori mai ottenuto, in Italia assistiamo a una crisi di governo inspiegabile e a un grande arrocco parlamentare nella grande paura che il babau della destra sovranista e populista di Salvini e Meloni possa vincere in caso di ritorno al voto.

«PD, decidi cosa vuoi essere». Così in apertura di rivista qualche giorno fa titolava l’Espresso.

Con una riflessione di Massimo Cacciari che chiede chiarezza sul rapporto con il populismo di M5Stelle e auspica una decisa sterzata verso una “scelta riformista” (non meglio definita) passando attraverso un congresso senza ulteriori rinvii.

Tra le nuove sfide della sinistra non dimentichiamo l’impegno urgente a difesa dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Ma per la sinistra è una priorità?

Le giovani generazioni oggi non guardano al futuro come un luogo di speranza ma come una minaccia, non possiamo lasciarle sole al proprio destino.