Le ragioni per andare comunque a votare e le alternative possibili

La Legislatura che si chiude ha fatto molti errori. E’ forte la tentazione di chiudersi nel privato. Tentazione forte ma errata: Alessandro Pollio Salimbeni e Paolo Zinna propongono con questo articolo un atteggiamento attivo e propositivo, evitando la propaganda e senza voler indurre il lettore a fare questa o quella scelta specifica

Elezioni: come ci siamo arrivati? Riassunto di (alcune) delle puntate precedenti

Nei giorni scorsi si è consumata la storia di una legislatura ma nessuno dei problemi sui quali Draghi è caduto è nato in questi giorni e soprattutto, come spesso accade, l’assassino non è quello che ha premuto il grilletto

La Marmolada parla del riscaldamento del pianeta e di molte altre cose

Ad esempio parla anche di uno Stato che funziona poco e male, di parole troppo spesso vuote e di comportamenti responsabili. Il crollo del ghiacciaio deve far capire che siamo a punti limite di sostenibilità. Non si possono più sentire frasi come “tragedia annunciata”, “destino tragico”, “ritardi normativi”, “non deve succedere più”.

Referendum. Votare sì? Votare no? Meglio non votare

Cinque quesiti che non risolvono problemi, anzi li aggravano. La strategia dei referendum aumenta la crisi delle istituzioni e del Parlamento perché crea l’illusione di una democrazia diretta che non esiste nemmeno nella mente e nella pratica dei promotori. Un Parlamento migliore e competente, questo ci vuole.

Fisco: è questione di democrazia. E la differenza tra destra e sinistra?

Equità fiscale, equità sociale. Indebitarsi sì, per fare investimenti, ma tassare le ricchezze prodotte e quelle accumulate: senza equità e verità non si può chiedere la solidarietà necessaria. Questa è la vera riforma della politica e così si torna a capire la differenza tra destra e sinistra. Quando c’è.