Siamo tutti corrotti? Siamo tutti corruttori? La sinistra alla prova dell’etica.

Il nostro Paese è periodicamente percorso da indagini della magistratura su episodi di corruzione più o meno gravi e il pensiero corre alla madre di tutte le corruzioni, Tangentopoli: non è proprio cambiato nulla da allora?

Le recenti vicende dell’Umbria riportano nuovamente il centrosinistra a riflettere sul tema dell’etica nella gestione della cosa pubblica.
Più indietro nel tempo abbiamo ancora la ben nota questione morale denunciata da Enrico Berlinguer trenta anni fa, della quale riporto poche righe «I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela … Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss».
Addossare però ogni colpa alla scarsa qualità della classe politica è certamente riduttivo. C’è un legame con il tessuto sociale che tende a riprodurre una classe politica  dal labile valore morale?
Il nostro Paese è stato definito da molti «a basso tasso di legalità».
Le statistiche parlano chiaro, l’Italia è nella parte negativa delle classifiche della elusione e evasione fiscale, della scarsa trasparenza, della mancanza di rispetto delle regole, dei perdoni e dei condoni facili; la società è profondamente permeata di favori, raccomandazioni e clientele. Se vuoi il mio consenso ti chiedo cosa mi dai in cambio; se prometto ciò che ti interessa mi dai il tuo consenso?
E la politica si adegua. Tutti sostenitori della coerenza e della correttezza quando si è all’opposizione. Quando poi tocca a te amministrare puoi evitare di entrare nel meccanismo? Pare che sia difficile e così vediamo che a rotazione qualcuno incespica in situazioni più o meno gravi, con la magistratura che interviene.
A quel punto già conosci la regola, se ti tocca la colpa è solo tua, ti dimetti e salvi l’immagine pubblica del tuo partito.
Per fortuna ci sono esempi positivi. Ma quanto è conosciuto e seguito Avviso Pubblico, la rete di enti locali che per statuto si impegna per promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile?
(https://www.avvisopubblico.it/home/)
Degli 8.000 comuni italiani, quanti in questi anni hanno aderito e hanno concretamente già adottato le misure proposte da Avviso Pubblico sulla pratica amministrativa nelle istituzioni?
Quanti sono gli amministratori che aderiscono a #candidature-trasparenti di Riparte il Futuro una organizzazione non-profit che si batte contro la corruzione promuovendo la trasparenza e la certezza del diritto? (https://www.riparteilfuturo.it/).
Eppure sono molti i Comuni e le Istituzioni amministrati dal centrosinistra, ma non c’è una proposta sistematica che ci caratterizzi in tal senso.
Sono gocce di coraggio nel mare della battaglia per l’etica in politica, le cronache ci raccontano che la corruzione è aumentata negli anni. Qualcuno sostiene che sia questo il motivo: se la corruzione aumenta e diventa pratica diffusa, diminuisce il senso di colpa e si perde la vergogna, perché così fan tutti.
Vorrei citare Il caso di Ignazio Marino che sembra costituire una controprova, cioè quando qualcuno vuole agire correttamente diventa un ostacolo, perché andare controcorrente fa perdere il consenso degli elettori.
Ciononostante sono molte le persone che fanno esperienze positive di pratica politica nelle associazioni di volontariato sociale, fuori dal perimetro dei partiti. Non a caso i partiti cercano di pescare, nel fiume delle persone che godono di credibilità, qualcuno che voglia cimentarsi nella amministrazione della cosa pubblica. Con gli esiti più diversi, una volta eletti si adeguano o si adattano; oppure vengono allontanati alla prima occasione propizia;  oppure ancora  non ne vogliono più sapere dell’esperienza amministrativa.
Ritornando al titolo, e la sinistra che dell’etica ha sempre fatto una bandiera? Diciamolo chiaramente, c’è ancora tanto cammino da fare. Ricordandoci che se la politica nel gradimento degli italiani è molto in basso nelle classifiche è soprattutto colpa della politica stessa che rinuncia ai valori dell’etica che dovrebbero contraddistinguerla. Diciamocelo, soprattutto nel campo del centrosinistra, non siamo proprio noi quelli che ci pensiamo più onesti per definizione?