In attesa della Bella, certamente abbiamo la Bestia

Sul Corriere della Sera del 21 ottobre, Milena Gabanelli spiega cosa c’è dietro la enorme presenza di Salvini sul web,

analizza il meccanismo, fa riferimento ai costi, alla quantità di persone che ci lavora, alla strategia comunicativa che è stata adottata.

La chiave generale sembra essere la seguente: ripetere ossessivamente gli slogan di fondo, insistere sulle caratteristiche scelte per il personaggio (attenzione: non del personaggio, ma ciò che si è deciso possa ottenere il migliore effetto). E poi denaro: tanto denaro, per gli spot, per le campagne pubblicitarie mirate, per il personale.

Ecco cosa c’è dietro la scena. Davanti noi vediamo la figura: si muove, parla, insulta, prega (!), eccetera. Alla figura si accompagna la leggenda: interviene direttamente, rapporto personale con il “popolo”, moderno perché tecnologico. E alla leggenda segue la amplificazione: i “like”, i “post”, i rilanci sui vari canali, la televisione e la stampa che riproducono all’infinito quei messaggi. Ormai moltissimi giornalisti scrivono i loro pezzi solo facendo la raccolta dei messaggi via Twitter dei vari politici.

Insomma, una grande ed efficace campagna pubblicitaria, ben costruita, bene gestita, il lancio di un prodotto di sicuro successo: come una merendina, per capirsi.

Siamo ben convinti che tanta gente usa la comunicazione in rete come strumento in più (e rapido, e potente, e almeno apparentemente gratuito o a bassissimo prezzo) e che ha reso molto più facile la relazione tra le persone, soprattutto se lontane. Tuttavia, abbiamo altrettanto ben presente che la politica attraverso la rete può semplificare le comunicazioni operative (ci vediamo al tal posto alla tale ora) ma non solo non può sostituire la relazione diretta tra le persone ma soprattutto è lo strumento di una profonda distorsione. Per dirla in un altro modo, invece di determinare e poi far circolare un giudizio o una opinione o una proposta, si attrezzano campagne pubblicitarie.

E adesso qualcuno dica pure che questa è archeologia, è il Novecento che ritorna!

Come diceva un antico saggio, anche in questo caso ciò che è nuovo non è buono e ciò che è buono non è nuovo.


1 thought on “In attesa della Bella, certamente abbiamo la Bestia

  1. Ciao Sandro,
    normare i social, leggere meno e più di qualità, tornare al buon giornalismo di approfondimento. Evviva il novecento!

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