Ecco le sardine, viva le sardine!

Viva ogni iniziativa che offra occasioni di incontro vero tra le persone, che dia luoghi alla passione ed all’impegno: ce n’è bisogno come l’aria, anzi, per cambiare l’aria, che invece è e prevedibilmente resta pessima.

Proprio per cambiare l’aria, bisogna andare un poco più nel merito di non pochi problemi, andando controcorrente per cercare di sfruttare…il contropiede!

Manifestare contro un uomo politico va benissimo: tuttavia, occorre sapere che c’è un limite, oltre il quale non c’è l’”uomo” ma la sua linea politica, che è fatta di contenuti e di consenso, che nel caso della Lega è di massa ed in aumento. Inoltre, concentrare tutto su una persona – e questa è l’altra faccia non separabile dalla personalizzazione della politica – in Italia ma anche altrove è una costante e nemmeno positiva, perché distorce i processi reali che si sviluppano nella società. In terzo luogo, vale in Italia e non solo (v. l’esperienza delle “primavere arabe”) il problema che le manifestazioni non riescono a trovare un punto di appoggio e poi di approdo in ciò che va fatto. Paradossale che Salvini si opponga ad un governo e che per opporsi a lui…nessuno pensi nemmeno lontanamente a manifestare a sostegno del governo! Paradossale ma vero e ciò succede perché non sembra proprio ci sia qualcosa da difendere. Ma allora non è questo ultimo il problema durissimo con cui misurarsi? E di questo nelle sardine in piazza, nei commenti e nella agenda non si vede traccia.

Come sempre, invece, si sentono lodi, entusiasmi, commenti garbatamente ironici e politicamente corretti, come abbiamo visto e sentito da anni, dalla Pantera ai Girotondi e più di recente con i giovanissimi dei Venerdì per il Futuro, comprese le frasi stucchevoli (ma non si rendono conto del suono falso di quelle frasi?) di esponenti di partiti che “si mettono a disposizione” e “stanno un passo indietro” come se a loro non fosse invece chiesto di dirigere verso direzioni assennate e ed eque il Paese e pantere, girotondi, sardine non nascano proprio perché quei partiti hanno abdicato o non sono in grado di fare adeguatamente il loro mestiere. Invece di comprendere la contestazione, lodarla: se non fosse tragico – visto come è messa l’Italia – sarebbe grottesco.

Viva le sardine, nuovamente, ma meglio se come condimento per la pasta, cioè a compimento e a complemento di proposte politiche adeguate. La pasta con le sarde non è fatta per nascondere il loro sapore come dice qualche arguto (?) commentatore: al contrario, è un piatto pluralista, fatto di odori, sapori, colori diversi e ricchi. Cercansi cuochi.