Dal Governo della paura alla paura del Governo, la sinistra in mare aperto tra sardine, tonni e sgombri

parole irriverenti … e così gli storici nemici, pidioti e grullini, spinti dalla paura di Salvini e di trovarsi senza casa in Parlamento, si sono ritrovati insieme a costruire un cambio di fronte.

L’animo umano è molto sensibile all’istinto di conservazione, quindi è sufficiente che venga sollecitato nelle sue paure per spingerlo a reagire con atteggiamenti impulsivi, scomposti, negativi, violenti.

Ne abbiamo avuto prova con il governo gialloverde, è bastato che Salvini evocasse la paura per ottenere consenso e sottomissione, “sto con te perché mi difendi”. Spalleggiato da Di Maio che lo ha assecondato con la sua comunicazione da Robin Hood che difende i poveri dalle nefandezze degli sfruttatori del popolo sovrano.
Ne abbiamo assaggiato il clima e lo stile durante i 461 giorni nei quali l’Italia ha conosciuto il volto peggiore del nazionalismo e del populismo declinati a destra. Fino al momento in cui il “Comandante” si è sentito abbastanza forte per reclamare i “pieni poteri”.

Sappiamo come è andata e così gli storici nemici, pidioti e grullini, spinti dalla paura di Salvini e di trovarsi senza casa in Parlamento, si sono ritrovati insieme a costruire un cambio di fronte. Il Movimento 5 Stelle in forte calo dei consensi ha accettato di formare il governo giallorosso per il “bene del Paese” con il Partito Democratico al quale si è aggregata LeU, sostenitrice ex ante di quella alleanza che non era nata con Bersani nel 2013, e con Renzi  in veste di salvatore della Patria e finalmente promotore del suo agognato partito liberal di Italia Viva.
Per il “bene del Paese” o per la paura di andare a casa, sta di fatto che si è insediato un governo litigioso quanto il primo, non senza contraddizioni e debolezze.

Era un male necessario? Forse sì. Forse no. Non ne abbiamo la controprova, valide entrambe le ipotesi che Lega e M5Stelle insieme avrebbero portato l’Italia al disastro economico, così come la temuta vittoria di Lega e Fratelli d’Italia, indicate come forze filo fasciste, avrebbe spinto il Paese verso una democrazia illiberale, fuori dall’Europa e filorussa.
Quindi è stato messo in campo un tentativo di istituzionalizzare il Movimento, che conta tra il suo elettorato molti italiani che prima votavano a sinistra, prendendosi sulle spalle il peso di problemi passati e futuri.
È stata avanzata anche l’ipotesi che Salvini e la Lega abbiano provocato la crisi per paura di ritrovarsi al cospetto degli italiani a dovere giustificare le tante cose promesse e non realizzabili, per mancanza di risorse economiche e per l’ostilità già manifestata dalla Commissione Europea.

Comunque sia, oggi il Governo si trova di fronte alle note emergenze lasciate irrisolte anche dal governo gialloverde come Alitalia, Ilva, Mose di Venezia, crisi aziendali, immigrazione, dissesto idrogeologico, stagnazione economica, impoverimento e aumento delle disuguaglianze di cui paga molto gli effetti la fascia di popolazione più giovane.
Che oggi sembra volersi riprendere la piazza e l’attenzione e reclama dai partiti, divisi, divisivi, poco determinati e poco coraggiosi, le soluzioni che non sono arrivate. Un movimento variegato che guarda fortunatamente a sinistra, risvegliato e animato dalla cosiddetta generazione Erasmus che chiede e vuole dialogo e ascolto.

E il Governo che futuro avrà? Caratterizzato da molte divergenze, quando non litigiosità, sia sulle cose da fare perché non c’è lo stesso orientamento politico e spesso proposte comuni, sia perché le diverse visioni e divisioni richiedono di marcare le differenze e, quando non ci sono, di inventarsele.
Nessuno è in grado di dire se e quanto il governo riuscirà a risolvere qualcuna delle questioni aperte e quindi a resistere. Perché è noto che sempre più spesso chi governa ne paga poi le conseguenze nelle urne.
Ogni giorno un inciampo. All’orizzonte le imminenti elezioni regionali di gennaio che segneranno forse il destino venturo del Movimento ma, ciò che ci interessa, soprattutto delle diverse sinistre che confidano nel frattempo che le sardine compatte possano fare da scudo ai tanti branchi di tonni e sgombri dispersi nel mare aperto in burrasca.