Per l’Italia ci vuole una ricostruzione radicale.

La pandemia ha solo accelerato e evidenziato criticità già conosciute. Le emergenze sanitarie scoppiano all’improvviso e sono determinate da agenti invisibili, nelle situazioni peggiori addirittura sconosciuti. Una grande parte della popolazione non ha mai conosciuto prima situazioni analoghe: solo i nati fino al 1952 o 53 hanno un qualche ricordo della epidemia “asiatica” del 1957, e le successive non ebbero ampiezze comparabili. Il mondo negli anni ’50 era meno percorso da masse enormi di persone in viaggio per le ragioni più diverse, in ogni stagione dell’anno, in ogni angolo del pianeta, l’economia era meno interconnessa e non c’era né l’informazione (quasi) ossessiva né esistevano i social (nel bene e nel male).

Questa è una parte della crisi che stiamo attraversando ed è già piuttosto difficile, perché è chiaro a tutti che fino a quando non ci saranno cure, farmaci e poi vaccini il virus non potrà essere sconfitto e ci toccherà convivere con esso, assumendo tutte le misure necessarie per proteggerci.

Ma questa non è la parte più grande dei problemi italiani. Le motivazioni profonde della crisi dell’Italia sono precedenti e – se possibile – più profonde. Il virus ha solo enfatizzato e accelerato la crisi e ha reso più urgente e pesante l’impegno per uscirne.
Non è il caso di elencare qui le tante ragioni e le vaste aree dei ritardi e delle arretratezze né le tante forze positive, qualificate e motivate che tengono in piedi l’Italia e sono la leva di una ripresa.

Vogliamo invece esplicitare l’obiettivo cui tendere: l’Italia deve essere ricostruita, nulla di meno, nei suoi fondamentali, facendo appunto leva sulle sue risorse migliori – umane, organizzative, culturali, intellettuali, produttive – e poggiando sui valori costituzionali di libertà, eguaglianza e solidarietà che la nostra storia ci fa condividere, tanto più in questo periodo.

Noi vogliamo contribuire al raggiungimento di questo obiettivo, a questo tenderanno i contributi che abbiamo ospitato e ospiteremo, convinti che solo un movimento ampio e diffuso nelle diverse forme (blog, sedi, circoli, incontri, riflessioni) può alimentare e dare corpo al bisogno di ricostruzione.

Sappiamo che molti sentono il nostro stesso impulso. Contropiede nasce per dare voce a tutti coloro che condividono quest’esigenza. Se vuoi collaborare con scritti, iniziative, discussioni (virtuali per ora) scrivici, ne discuteremo insieme
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