Mercati all’aperto per quartieri più accoglienti

Riaprire i mercati è un bel segno: adesso è il momento per cambiarli insieme ai quartieri.

Tra i tanti aspetti della vita cittadina che ne danno immagine e forma, ci sono certamente anche i mercati all’aperto. Sono tradizione, struttura della città, colore odore e sapore di essa, tradizione e elemento di comunità. Non c’è dubbio che siano una presenza forte e caratterizzante ma proprio per questo il tema della loro qualificazione e collocazione è stringente.

Qualificazione: ci si muove sul crinale stretto tra convenienza dei prezzi e qualità dei generi, questione sulla quale abbandonarsi alle definizioni è tanto stereotipato quanto poco sensato. Nei mercati c’è un ventaglio ampio di offerta ed anzi questa ampiezza è un punto di forza. Della qualità fanno parte anche gli aspetti strutturali, di come il mercato è materialmente fatto e gestito: l’introduzione nell’ultimo decennio di soluzioni tecnologiche per alimentazione di energia e per il trattamento dei rifiuti così come per la sicurezza attiva e passiva di materiali e strutture sono processi che devono continuare nel tempo.

L’impatto dell’emergenza del contagio deve essere occasione di un ripensamento dei mercati nell’ambito di un processo di alleggerimento della struttura urbana: si tratta di pensare e collocare funzioni in una logica di ampliamento di spazi e di facilitazione dello scorrimento della vita quotidiana. Di questo processo fa parte anche la necessità di rendere più flessibile e facile lo scorrimento della vita cittadina superando strettoie e rigonfiamenti.

Gli oltre 90 mercati all’aperto si svolgono ogni settimana nelle strade e nelle piazze di Milano in cui sono collocati ormai da tempo lunghissimo. In un disegno generale di nuovo rilievo ai quartieri – ma sarebbe bene che la discussione tornasse a vertere sulla strategia del policentrismo, al cui interno collocare i quartieri – le aree da destinare a mercato all’aperto possono diventare più numerose e dedicate a mercati di minore dimensione rispetto a quelle attuali e con uno svolgimento orario inferiore.

Più mercati, più leggeri perché meno invasivi degli spazi e dei tempi in aree cittadine arricchite da una pluralità di servizi di vicinato: anche così si può operare per rendere la città al tempo stesso più vivibile e meno densa.