Ambiente, tante piante e tanti buoni consigli

Succede che vengano buone idee e poi ci si accorge che non è facile metterle in pratica: ed ecco che spuntano esperti e consulenti. Un po’ come con i navigator del reddito di cittadinanza, unici ad aver trovato lavoro, stipendio ed anche sussidio.

Dice il Corriere della Sera (23/6, pag. 3) che il governo è in difficoltà nel dare seguito all’idea di piantare un milione di alberi, per ragioni di costo. Mentre non dice se vi siano problemi anche di altro tipo, informa che “è stata chiesta una consulenza alla Fondazione Univerde dell’ex-ministro Alfonso Pecoraro Scanio”.

Notizia davvero sorprendente per molte ragioni. Fino al 2016 c’era il  Corpo Forestale dello Stato, poi assorbito dai Carabinieri e – in parte – da altri Enti e dal Ministero di Agricoltura e Foreste: smantellare i corpi tecnici dello Stato è una nobile attività che mette lo Stato, cioè noi tutti, nella impossibilità di progettare, verificare, controllare, come invece facevano una volta l’Anas e il Genio Civile e gli uffici tecnici di tutti gli enti pubblici italiani. Ma poi sono venute le scelte del modernissimo ed efficientissimo periodo di sbornia liberista che veniva dopo decenni di orgia democristian-socialista: invece di riformare i Corpi, invece di smettere di assumere clientele, meglio sciogliere tutto, così non si licenzia nessuno, non si perdono voti e i privati fanno e disfano a piacere. Anche così si “aiuta la natura” a far crollare montagne, ponti e viadotti.

Chi meglio del CFS o, oggi, dei Corpi tecnici che ne hanno assunto le funzioni potrebbe aiutare il governo a mettere a dimora un milione di piante? Ecco una bella possibilità di dare ruolo e prestigio a parti dello Stato. Oppure affidare a quei Corpi regìa e responsabilità per avvalersi del contributo di vivai, di floriculture e arboricolture che in molti luoghi del Paese stanno cercando di dare nuova vita ad un ambiente dissestato. E insieme avvalersi di Università realmente collegate ai propri luoghi, per il necessario conforto scientifico per evitare e prevenire rischi tipo xylella.

Invece spunta Pecoraro Scanio con la sua Fondazione: c’era un bando? I Carabinieri erano impegnati (suppongo e spero di sì ma ci si doveva pensare all’epoca della “riforma” del CFS)? Il Ministero sta cercando i 250.000 braccianti che mancavano tre mesi fa per i raccolti – 50.000 li hanno trovati – ma di cui è scomparsa anche la notizia e per fortuna c’è Abubakar Soumahoro che ricorda alla nostra coscienza e alla nostra economia che i raccolti stanno deperendo insieme alle persone?

Però adesso mi viene in mente che – quando Pecoraro Scanio era ministro – molti commentavano “braccia rubate all’agricoltura”: ecco, forse è questo il motivo della richiesta di consulenza. E se è così, va bene, e va bene anche a lui che di questi tempi dovrebbe e potrebbe trovare buona e altolocata compagnia.