Meccanismo Europeo di Stabilità, vorrei capire di più

Il Meccanismo di stabilità, il famoso MES, sembra un’opportunità davvero vantaggiosa. In pratica, una cifra rilevante, fino a 36 miliardi di euro sarebbero disponibili per l’Italia in tempi brevi, con l’unico vincolo di doverli usare per rafforzare il sistema sanitario nazionale.

I prestiti sarebbero emessi ad un tasso davvero vantaggioso (0,1% annuo, invece dell’ 1,5% corrente per i BTP decennali) e, se attivati, non sarebbero sottoposti ad ulteriori “condizionalità”. Gli organismi internazionali, cioè, non potrebbero imporre al governo italiano un “Memorandum di intesa sulle riforme” tipo quello fatto firmare al governo di Tsipras al tempo della crisi greca.

Su queste basi, sembra davvero difficile rifiutare questa scelta e infatti il Partito Democratico si è espresso chiaramente per la sottoscrizione del patto, mentre permangono resistenze da parte dei 5 Stelle. Essi tra l’altro sostengono che, in valore assoluto, il vantaggio non sarebbe poi così interessante, ma questa osservazione mi pare poco solida: piccolo o grande che sia il vantaggio, se esiste, perché non usufruirne?

Ora, io sono un bravo ragazzo, un compagno della vecchia scuola, e mi hanno insegnato ad aver fiducia nel mio partito e a sostenerne le decisioni. In più, ho grande stima degli esponenti democratici che gestiscono le partite economiche nel governo Conte, Roberto Gualtieri e Antonio Misiani, credo che siano fra i più preparati dei nostri politici e siano sinceramente dediti al bene del paese.

Col passare degli anni, però, ho cominciato ad avere qualche pretesa in più. Come i “cattolici adulti”, non rifiuto certo gli insegnamenti della mia chiesa, ma vorrei essere messo in grado di arrivare agli stessi risultati con la mia ragione.

Ora, circa il MES, gli avversari avanzano anche alcune obbiezioni precise. Ad esse, forse per mia disattenzione, non ho finora sentito risposte del tutto convincenti da parte nostra e attendo di averle, per poter sostenere più convintamente le nostre scelte.

Intanto, essi dicono che il prestito MES sarebbe assistito da una altissima seniority (cioè, priorità nei rimborsi). Ovviamente ciò aumenterebbe il “rischio Italia” per gli altri prestiti o finanziamenti, implicitamente ricacciati indietro nella scala, e porterebbe gli altri potenziali creditori (ad es. sottoscrittori di futuri BTP) a pretendere tassi più alti, che controbilancerebbero quantitativamente il vantaggio MES.

In secondo luogo, per ora solo Cipro ha aderito a questa vantaggiosa possibilità. Perché? Ed essere quasi i soli a fare richiesta del prestito MES, non indurrebbe i creditori a valutare poco solida la situazione dei nostri conti, con identiche conseguenze sui tassi dei prestiti?

Infine, l’assenza di condizionalità è stata più volte ribadita a tutti i livelli politici. Non mi è chiaro, però, se queste dichiarazioni sono state consolidate in documenti ufficiali. Non è questione da poco: nei trattati costitutivi del MES le “condizionalità” sono naturalmente previste e nulla impedirebbe a futuri politici della UE di assumere orientamenti diversi e avanzare pretese che noi abbiamo fermamente rifiutato quest’anno.

Gianpaolo Galli ha pubblicato una risposta articolata in merito (http://www.inpiu.net/economia/20200630/18562/non_reggono_le_obiezioni_sul_mes/). Articolata, ma, a mio parere, non del tutto esaustiva e rassicurante. Credo invece che questi temi siano stati valutati a fondo al Ministero dell’Economia. Mi sembra indispensabile che si renda pubblica una risposta dettagliata, con una comunicazione chiara e trasparente per tutti.