L’Unione Europea si allarga nei Balcani?

Un eventuale allargamento dell’Unione Europea passa dai Balcani: l’accordo di Prespa del 2018 e un possibile accordo tra Macedonia del Nord e Bulgaria sono i due pilastri fondamentali su cui forgiare un nuovo e stabile equilibrio nella più complessa regione del continente.

Un breve premessa: L’accordo di Prespa è un trattato siglato il 12 giugno 2018 tra la Grecia e la Repubblica di Macedonia per risolvere una controversia sul nome di quest’ultima e porre fine dopo decenni alle tensioni tra i due Paesi confinanti. A seguito di tale atto, siglato dal Primo Ministro socialdemocratico Zoran Zaev e dal primo ministro di sinistra Alexis Tsipras, la Repubblica di Macedonia ha assunto la nuova denominazione di Repubblica della Macedonia del Nord e ha iniziato a costruire con maggiore credibilità la sua candidatura all’ingresso nell’Unione Europea.

A distanza di oltre due anni, la Macedonia del Nord, come per altro l’Albania, spera di ottenere presto una data ufficiale per l’inizio dei colloqui di adesione all’Unione europea, auspicabilmente entro la fine dell’anno. Il processo è stato rallentato dal presidente francese Emmanuel Macron, che aveva interrotto bruscamente un percorso avviato, ma successivamente ha revocato il veto dopo che la Commissione europea ha presentato una procedura di adesione all’UE più rigida e reversibile per soddisfare le condizioni stabilite da Parigi. Nel frattempo, l’accordo di Prespa ha rimosso, come abbiamo visto, l’ostacolo del veto greco. Ora, il primo ministro della Macedonia del Nord Zoran Zaev incontra un altro ostacolo sul percorso del suo paese verso la tanto agognata data di inizio: un accordo con la Bulgaria.

Sebbene la Bulgaria sia stata la prima a riconoscere il nuovo stato balcanico nel 1991 con il suo nome costituzionale “Repubblica di Macedonia”, e sebbene Zaev e la sua controparte bulgara abbiano firmato un trattato di amicizia nel 2017 progettato per risolvere le loro differenze storiche, Sofia sta minacciando di bloccare i negoziati di adesione di Skopje. Durante l’estate, la controparte bulgara ha pubblicato un documento intitolato “Memorandum esplicativo sulle relazioni tra la Repubblica di Bulgaria e la Repubblica di Macedonia del Nord in relazione al processo di allargamento, adesione e stabilizzazione dell’UE”, che ha reso pubblico ai governi del 26 stati membri. Il documento ha chiarito le posizioni della Bulgaria su molte controversie storiche con la Macedonia del Nord. Quali sono i punti critici? Uno è la lingua, che non hanno mai riconosciuto come “macedone”, considerandolo un dialetto del bulgaro. Ritengono inoltre che l’identità dei cittadini slavi della Macedonia settentrionale sia in realtà bulgara.

Alla luce delle elezioni parlamentari bulgare di questa primavera, una parte della classe politica guidata dal vice primo ministro e ministro della Difesa Krasimir Karakachanov sta contestando il trattato con la Macedonia del Nord. Zaev si sta impegnando per trovare una soluzione di compromesso per non turbare le relazioni tra i due paesi, e sembra comunque improbabile un ricorso al veto da parte della Bulgaria. L’Unione Europea potrebbe presto allargarsi verso i Balcani e, per la stabilità, per la sicurezza e per la costruzione di una nuova fase nella regione non può che essere una buona notizia.