La battaglia di Adua

Il 1° marzo 1896 venne combattuta la battaglia di Adua, quella che fu la più grave sconfitta militare patita da un esercito europeo in Africa. La battaglia costò migliaia di vite e fermò per diversi anni l’occupazione di terre di altri popoli nel Corno d’Africa ma, analizzando quelle vicende possiamo riconoscere alcune gravi storture del sistema italiano, dal capitalismo predatorio all’improvvisazione e alla faciloneria, l’imbroglio agli etiopi o forse agli italiani stessi con il “trattato di Uccialli”, la vendita di armi ad altri popoli che poi vennero usate contro i soldati italiani.

Qualcosa di Sinistra

La redazione di Contropiede ha partecipato all’iniziativa “Qualcosa di Sinistra”   organizzata dai gruppi DBAS (Dal Basso A Sinistra) e MiLa (Milano al Lavoro). 
L’adesione convinta, parte dalla consapevolezza che, per ricostruire un rapporto più solido tra partiti politici di sinistra ed elettori, siano necessari sempre più momenti di discussione e di confronto che favoriscano proposte di soluzioni unitarie

Elezione diretta del presidente del consiglio?  No ma occorre fare proposte per una riforma democratica

Meloni vuole cambiare la Costituzione perché vuole mettere una impronta forte e della tradizione della destra: non ritiene quella vigente anche “sua”. Ma il modo vero ed efficace per respingere questa iniziativa è lanciare una proposta che rafforzi il carattere democratico del sistema, confidando nella forza della partecipazione e del confronto pluralista.

L’immigrazione di ieri, di oggi e di domani

È evidente a tutti che i flussi migratori degli ultimi decenni verso l’Italia, hanno prodotto dal punto di vista sociale, una frattura all’interno della società italiana, poco preparata ad affrontare fenomeni così complessi.
Su come affrontarlo, su quali scelte fare ci siamo ritrovati spesso un Paese fragile, diviso, con poca memoria di sé che, anzi, in tanti casi ha utilizzato la paura per fomentare localismi e chiusure.

PGT e edilizia abitativa: dove è finito il “Modello Milano”?

La cronaca giudiziaria di questi giorni ha di nuovo puntato i riflettori sui temi dell’edilizia abitativa nella città di Milano. L’impresa di turno avrebbe costruito, in zona Crescenzago, due torri di 24 e 20 piani, frazionate in appartamenti, in (pare) totale dispregio delle norme edilizie vigenti, dei vincoli paesaggistici e perfino del parere negativo del Municipio di zona, grazie anche alla complicità di alcuni funzionari comunali.
Siamo certi che sia un caso isolato? Cosa vuole diventare questa città nei prossimi 20 anni?

Cambiare passo per un nuovo inizio: proviamo a dire come si può fare davvero

Ogni giorno ci sono fatti nuovi, nessuno scenario è fermo, dalle drammatiche guerre all’economia, alla crisi democratica che stiamo attraversando. Non servono più appelli, parole alte che suonano rituali e stanche: servono concreti programmi di azione politica