Dalle Associazioni della Resistenza di tutta Europa un appello per la pace e per le elezioni del 2024

Il monumento alla Resistenza europea di Como, inaugurato dal Presidente Pertini nel 1983, richiama tutti al permanente impegno democratico, oggi in primo luogo per la pace. Il congresso della Federazione Internazionale della Resistenza

Dal 28 al 30 ottobre scorso si è svolto a Barcellona il XIX congresso ordinario della Federazione Internazionale dei Resistenti (https://www.fir.at), che raggruppa un gran numero di associazioni della Resistenza, dei veterani e dei deportati di tutta Europa (ma vi è anche una associazione di Israele e ci sono significativi rapporti con associazioni culturali e storiche dell’America Latina). Naturalmente, lo sguardo e le attività della FIR sono concentrati sulle complesse e drammatiche condizioni di oggi, nell’intento di far vivere ed agire i valori di ieri – quelli della esperienza della guerra di libertà contro fascismo e nazismo – nella coscienza e dinanzi alle sfide di oggi. Non per caso, il congresso si è svolto nella sede di Barcellona delle Comisiones Obreras: non solo doveroso omaggio al Paese che si è liberato dell’ultimo regime fascista d’Europa ma anche segno forte della cooperazione con soggetti politici e sociali plurali e di progresso.

Il congresso ha concentrato la sua attenzione – né poteva essere diversamente – sui cupi scenari di guerra che gravano su tutti. Fin dal primo momento della aggressione russa all’Ucraina, la FIR aveva espresso la sua riprovazione per una decisione gravissima, contraria all’ispirazione che ha mosso e muove la cultura e la pratica del movimento antifascista e democratico. Anzi, proprio l’esperienza storica cui FIR si richiama porta a escludere ogni atto di aggressione e di guerra.

Proprio la radice storica ed etica della FIR respinge con forza gli attacchi feroci di Hamas ai civili israeliani e non concede giustificazione alcuna alla ritorsione in corso nella striscia di Gaza: dalla spirale di violenza e di vittime civili non possono che nascere altri pesanti motivi di contrasto e di reciproca ostilità.

La FIR sostiene la posizione espressa dal segretario generale dell’ONU Guterres: è indispensabile che si sospendano le attività militari, che si aprano corridoi per interventi umanitari e si riprenda il difficile percorso tenendo fermo l’obiettivo di realizzare due Stati nei quali sia garantita ai due popoli la sicurezza necessaria per una prospettiva di vita e di sviluppo.

Nel documento dedicato al tema dell’impegno per la pace, si afferma la necessità di un nuovo sistema di sicurezza collettiva per tutti i paesi, non di una militarizzazione dell’Europa ma anche viene vista con preoccupazione l’escalation in corso nella regione del Pacifico. La FIR, in quanto “Ambasciatrice di pace” delle Nazioni Unite, ha l’impegno morale di lavorare per soluzioni non militari ai conflitti nel mondo. La FIR non può accettare alcun tentativo di alleanze militari di essere viste come “polizia mondiale”: nessuno stato o alleanza militare ha il diritto di decidere sulla guerra e sulla pace. Chiediamo a tutti i poteri politici di rafforzare le Nazioni Unite come istituzione per risolvere qualsiasi conflitto tra Stati senza aggressione militare, in Europa, in Medio Oriente, in ogni parte del globo. La FIR lavorerà sempre per soluzioni non militari e questo è il modo in cui la FIR e le sue federazioni affiliate agiscono come parte del movimento pacifista internazionale.

Il congresso ha approvato alcuni altri documenti politici.

Nel primo documento – Preservare la memoria, contro il revisionismo storico – si afferma che “La memoria della comune lotta antifascista dei popoli e delle parti militari della coalizione antihitleriana è un compito permanente della FIR e delle sue federazioni aderenti. In diversi paesi europei, in particolare negli Stati baltici, in Polonia, in Ucraina e in alcuni paesi dell’ex Jugoslavia, assistiamo a vari tentativi di falsificare le memorie antifasciste. I monumenti della lotta antifascista vengono distrutti o addirittura riconsacrati; gli ex collaboratori delle SS vengono riconosciuti come “combattenti per la libertà” e anche il Parlamento europeo è caduto nella trappola di tentare di istituire una “cerimonia solenne contro il totalitarismo” il 23 agosto. In questo contesto rinnoviamo la nostra condanna della scandalosa risoluzione del Parlamento Europeo del 19 settembre 2019. Tali tentativi cercano di equiparare la barbarie nazista con tutte le vie socialiste in vari paesi europei e di collegare all’URSS anche i crimini dell’aggressione nazifascista durante la Seconda Guerra Mondiale. Ci opponiamo a questi tentativi di revisionismo storico e siamo orgogliosi che in tutti quei paesi veterani e gruppi antifascisti continuino a lottare per la verità storica, difendendo luoghi della memoria dedicati alla liberazione dal nazifascismo e ai liberatori. Compito della FIR e delle federazioni aderenti resta quello di preservare la memoria storica della resistenza dei popoli, delle donne e degli uomini che hanno sacrificato la propria vita, che hanno combattuto nelle file della coalizione anti-Hitler, per le loro convinzioni o che sono stati vittime per qualsiasi altro motivo nei campi di concentramento e di sterminio. L’eredità della lotta antifascista concentrata nel giuramento di Buchenwald, nel manifesto di Mauthausen e in altri documenti è la base del rinnovamento antifascista degli Stati – documentato nelle costituzioni e in altre forme di costruzione dello Stato. Preservare l’eredità della resistenza significa anche difendere tali costituzioni e e loro fondamenti antifascisti. Trasmettere le esperienze dei combattenti e delle vittime della resistenza alle generazioni presenti e future è uno dei compiti più importanti delle nostre organizzazioni. Collaboriamo in particolare con i memoriali dei campi, con gli archivi e le istituzioni storiche e le iniziative antifasciste che trasmettono la storia, come ad esempio gli incontri giovanili internazionali, come quello che si terrà anche nel 2025 al Memorial Buchenwald.

Un altro documento – Fermare la rinascita del populismo di destra e del neofascismo – rileva con grande preoccupazione la crescente influenza politica delle forze di estrema destra, dai violenti neofascisti ai gruppi populisti di destra, in diversi paesi europei. L’esempio recente più pericoloso è il governo neofascista in Italia, ma abbiamo altri esempi di pericolose influenze di estrema destra sulla politica governativa in Europa. Le conseguenze problematiche per le condizioni di vita dei rifugiati e dei migranti, per le minoranze e gli attivisti politici sono visibili. Sebbene alcuni di questi gruppi si impegnino apparentemente a prendere in considerazione le serie preoccupazioni della gente, le loro risposte ai problemi esistenti sono semplicisticamente basate su un mix di nazionalismo e razzismo. Inoltre, propagano e praticano forme di conflitto sempre più violente, come gli incendi dolosi contro gli “stranieri”, la caccia ai rifugiati e altri eccessi. Rispondono al movimento dei rifugiati causato dalla guerra e dai bisogni sociali – che può essere risolto solo dalla solidarietà pratica di tutti i paesi europei – con una richiesta di autoritarismo, intolleranza e sciovinismo nazionalista. In diversi paesi europei dobbiamo affrontare un’aperta propaganda a favore dei movimenti e dei collaboratori degli ex fascisti (come Bandera in Ucraina, Horthy e le SS tedesche in Ungheria, Lukow in Bulgaria, il fascismo di Mussolini in Italia, gli Ustascia in Croazia, le SS baltiche come “libertà” combattenti” in Lettonia ed Estonia, la riabilitazione di Franco in Spagna e l’onorificenza di Salazar in Portogallo). Ciò è in contraddizione con numerose dichiarazioni internazionali, come la Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla conservazione della memoria (17 novembre 2014) e la Risoluzione del Parlamento Europeo sull’aumento della violenza neofascista in Europa adottata il 25 ottobre 2018.

La FIR e le sue federazioni affiliate come movimento internazionalista si uniscono contro il razzismo, l’antisemitismo, l’antiziganismo, la xenofobia, il neofascismo, il nazionalismo e il populismo di estrema destra. Sosteniamo tutti i gruppi e le reti che si oppongono a tali sviluppi.

Un terzo documento è invece un vero e proprio Appello per le elezioni del Parlamento Europeo che si terranno nella prossima primavera. Il congresso ha rilevato con soddisfazione che i più recenti appuntamenti elettorali (Spagna, Slovacchia, Polonia) hanno segnato una battuta d’arresto importante per le forze politiche conservatrici e reazionarie ma certo – come indicano i risultati delle elezioni dei Laender in Germania – ancora molta è la strada da percorrere.

La Federazione Internazionale dei Combattenti della Resistenza (FIR) – Associazione degli Antifascisti ricorda che gli ideali di un’Europa comune pacifica basata sulla resistenza lottano contro la barbarie fascista e la politica della violenza e dello sterminio del nazismo. Il nostro obiettivo anche per l’Europa di oggi è racchiuso nel “giuramento di Buchenwald”: “Creare un nuovo mondo di pace e libertà!”Negli ultimi anni abbiamo spesso sperimentato con dolore che la politica e lo sviluppo dell’Unione europea non corrispondevano agli interessi di ampie fasce della popolazione. Allo stesso tempo, assistiamo alla tendenza alla preclusione della “fortezza Europa” e alla militarizzazione dell’Unione Europea. Inoltre, in molti paesi europei ci troviamo di fronte a un significativo aumento di partiti e gruppi apertamente razzisti, nazionalisti e di estrema destra. La tendenza all’astensione rafforza il rischio che le forze di destra prevalgano in molti Stati membri, portando a nuove maggioranze conservatrici e oscurantiste nel Parlamento europeo! Anche se sappiamo che tra le nostre file e anche nel movimento democratico ci sono prospettive diverse sul ruolo dell’Unione europea, dovremmo reagire in modo comune in questa campagna elettorale. Le organizzazioni e i gruppi antifascisti, antirazzisti e pacifisti, nonché i sindacati e i movimenti sociali devono quindi unire le loro forze, impegnandosi a contrastare con successo tale scenario. La base di questa azione non è il voto per un partito, ma la difesa comune dell’Unione Europea, con l’obiettivo di – opporsi a qualsiasi forma di nazionalismo, tentativo separatista, discriminazione razziale o xenofobia, lavorando a favore dei rifugiati e delle minoranze e contro la tratta di esseri umani, • promuovere condizioni di vita e di lavoro migliori e dignitose in tutti i paesi, • assicurare una politica sociale che garantisca lavoro, istruzione, alimentazione e alloggi adeguati per tutti come base per un’ampia democrazia, • rappresentare una comunità nell’interesse dei cittadini e sostenere che l’Europa non può ridursi al ruolo di grandi trust finanziari e di pure lobby imprenditoriali, • opporsi a qualsiasi forma di negazione dell’Olocausto, negazione della lotta di resistenza, distruzione di luoghi commemorativi, falsificazione della storia e riabilitazione dei criminali delle SS, • sostenere una politica di pace basata non sul dominio in materia di politica estera, ma su soluzioni non militari dei conflitti.

Questa Europa è possibile se i popoli si battono attivamente e apertamente per i propri diritti e lasciano il segno nelle prossime elezioni del Parlamento europeo. La FIR si impegnerà a livello internazionale per collegare le iniziative esistenti, le organizzazioni sociali, i sindacati e i movimenti al fine di diventare una voce politica comune in Europa.