Questioni di parole: Genocidio, Brigata Ebraica e Resistenza

“Chi parla male, pensa male, e vive male” (Moretti, Palombella Rossa). Equivoci, imprecisioni e anche distorsioni, purtroppo, abbondano nel discorso pubblico in questi mesi molto difficili. Non favoriscono la comprensione reciproca e non avvicinano la pace. Cerchiamo di portare qualche elemento di chiarezza.

Mobilità e valori socialisti

Non funziona. Così com’è, Milano è un posto sgradevole per muoversi, troppo inquinamento, troppa congestione. Si cerca di intervenire: aree C e B, azioni per la mobilità dolce, città a 15 minuti… Sembra sempre troppo poco e si fanno passi molto cauti, come se non si fosse certi di essere nel giusto. Forse è vero, forse non lo siamo.

Una terra senza pace: la questione israelo-palestinese

Le guerre portano a schierarsi “senza se e senza ma”, con grossolane semplificazioni. Le Università, come un tempo i monasteri, devono “salvare il sapere dai barbari”, conservare l’equanimità razionale nel racconto dei fatti. Così ha fatto questo meritevole convegno. Resoconto di P. Zinna, con Nota Finale.

Rispettare i valori dello spirito europeo, col dovuto rigore

Molti si dichiarano difensori della nostra identità e delle nostre tradizioni, lo gridano salendo su tutti i palchi e invadendo tutti i media e tutti i social, chiedendo che si espongano ovunque i simboli della nostra religione. Non è cosa da trascurare come irrilevante, né basta indulgere al fastidio istintivo che queste grida scomposte ci provocano.

Omaggio personale alla città di Genova, la mia città

“Vogliamo fare una giornata da turisti, a Genova?” I ragazzi, qualche anno fa, a Genova hanno fatto il Doria, mitico liceo: si veniva a studiarci tutti i giorni, avanti e indietro, sui trenini dalla Riviera. Su quei trenini hanno a imparato a conoscersi, a legare insieme, e oggi, mezzo secolo dopo, sono ancora insieme. Ma a Genova ormai ci si va di rado.

Due avversari insidiosi del progresso sociale: Rizzo e Draghi

Chi vuole il progresso, vuole cambiare il mondo a cominciare dal nostro paese. Vediamo troppe disuguaglianze economiche e sociali, troppe ingiustizie, troppe prepotenze dei forti e dei ricchi. La contrapposizione tradizionale tra destra e sinistra non è più sufficiente a descrivere i due schieramenti, chi “non vuol cambiare niente” si annida spesso nel cosiddetto “centrosinistra”.