Questioni di parole: Genocidio, Brigata Ebraica e Resistenza

“Chi parla male, pensa male, e vive male” (Moretti, Palombella Rossa). Equivoci, imprecisioni e anche distorsioni, purtroppo, abbondano nel discorso pubblico in questi mesi molto difficili. Non favoriscono la comprensione reciproca e non avvicinano la pace. Cerchiamo di portare qualche elemento di chiarezza.

Una terra senza pace: la questione israelo-palestinese

Le guerre portano a schierarsi “senza se e senza ma”, con grossolane semplificazioni. Le Università, come un tempo i monasteri, devono “salvare il sapere dai barbari”, conservare l’equanimità razionale nel racconto dei fatti. Così ha fatto questo meritevole convegno. Resoconto di P. Zinna, con Nota Finale.

Rispettare i valori dello spirito europeo, col dovuto rigore

Molti si dichiarano difensori della nostra identità e delle nostre tradizioni, lo gridano salendo su tutti i palchi e invadendo tutti i media e tutti i social, chiedendo che si espongano ovunque i simboli della nostra religione. Non è cosa da trascurare come irrilevante, né basta indulgere al fastidio istintivo che queste grida scomposte ci provocano.

Siria – la guerra dimenticata. E cosa impararne

Il mondo di questi ultimi anni è senza pace, bruciano due guerre grandi e ci distraggono dal ricordare che continuano ad essercene molte altre “piccole”. Piccole per la nostra attenzione, ma la gente, soldati e civili, continua a morirci per davvero. Una di queste è in Siria, dove dieci anni di guerra non hanno portato alla pace, tutt’altro.

Un mercenario español ayudando a combatir a Hamas en Gaza

El Mundo è un importantissimo quotidiano spagnolo, tradizionalmente vicino ai conservatori del Partito Popolare. Vi leggo (grazie a G. Nardiello che me lo ha segnalato) l’articolo che qui riassumo. Lo schifoso mercenario non se la passa male: “cobra 3.900 euros por semana”

L’ennesimo spot elettorale del governo Meloni sulla migrazione

L’ultima uscita del governo Meloni sul tema migrazione è un accordo con l’Albania che solleva molteplici dubbi di legittimità, praticabilità, convenienza economica e anche di efficacia per la politica stessa del “contenimento”. Di cosa si tratta dunque? È solo una mossa propagandistica in vista delle elezioni europee o potrebbe diventare un modello per altri stati europei? Come deve rispondere la sinistra a questa nuova iniziativa della destra?