Una riflessione sul voto con le conseguenze per il futuro

ARTICOLO DI ANTONIO NAPOLI. Riflettere dovrebbe dire prendersi il tempo necessario per ragionare su fatti nuovi. Non vi è nulla dunque di più improprio di quelle “riflessioni sul voto” fatte a caldo, mentre le proiezioni fanno ancora fatica a ricongiungersi con i dati reali. Si tende oggettivamente a semplificare, a rimarcare la questione più importante, l’insuccesso più clamoroso, il dato che più ci piace.

Provenzano e Gori: due ricette diverse per “ripartire”

Il Partito Democratico è grande e articolato e sa anche esprimere accenti diversi. Questo può essere un punto di forza, anche perché ovviamente, “il Sud non è il Nord”. Fra le iniziative di questo settembre, un dibattito a Lampugnano ha visto appunto il confronto fra il ministro del Sud e il sindaco di Bergamo

Perché anche stavolta abbiamo perso in Liguria

Un tempo, la Liguria era una regione rossa, o almeno di centrosinistra. Fra il ’75 e il 2015 soltanto nove anni su quaranta hanno visto giunte di centro o centrodestra, poi è cambiato tutto. Qualche ragione, però, la si può trovare, se si vuole. In sintesi forse si potrebbe dire: asfissia dell’industria pubblica, troppi anni al potere, il partito del 2015, il candidato del 2020.

Referendum costituzionale e sinistra riformista

Mi sembra che i cittadini abbiano colto molto bene la sostanziale “irrilevanza” del quesito referendario e che, proprio per questo, si sono sentiti liberi di esprimere il proprio sentimento profondo. Tutti i partiti, ma in modo particolare quelli della sinistra riformista, dovrebbero trarre un importante lezione da questo voto.